Le sanzioni americane contro Huawei
Le accuse di spionaggio nel 2018 e il veto alle aziende americane di collaborare con Huawei nel 2020 ha causato una serie di impedimenti e il crollo dei guadagni. Nonostante queste fasi, in realtà, all'inizio del 2024 gli utili netti sono aumentati del 564% rispetto al 2023 e Huawei è tornata nel mercato dei telefoni cellulari.
Storia ed evoluzione di Huawei
Il fondatore di Huawei è Ren Zhengfei, ex militare e ingegnere di formazione. Il nome dell'azienda è una contrazione della frase “China has promise”. Nel 1987, anno di fondazione, l'attività principale era l'importazione di apparecchiature di telecomunicazione straniere. Nel 2020, poi, Huawei è diventata il più grande produttore di smartphone al mondo e il principale fornitore di apparecchiature per reti mobile. Le attività sono state ampliate, puntando sempre principalmente alla produzione di apparecchiature di rete per le telecomunicazioni, la produzione di dispositivi 5G, smartwatch, televisori e sistemi per veicoli elettrici cinesi (EVS), l’unità di cloud computing e il settore energetico, che comprende reti di ricarica EV e inverter fotovoltaici.
Gli effetti delle sanzioni USA
Nonostante la sua resilienza, comunque le saznioni americane hanno avuto delle conseguenze. Innanzitutto, Huawei è stata costretta a ridurre le vendite all'estero, concentrando le attività in Cina; inoltre, il settore principale è stato spostato all'innovazione e alla ricerca e sviluppo. Il lato positivo per l'azienda cinese è stato il conseguente sviluppo della proprietà intellettuale del colosso cinese, portando a nuovi business, che ne hanno favorito la crescita.
Hubble: l’unità di investimento di Huawei
Huawei ha anche lanciato un’unità di investimento, Hubble, che ha assunto piccole partecipazioni in decine di fornitori che lavorano su tecnologie che potrebbero contribuire a ridurre la sua dipendenza dai fornitori stranieri. Inoltre, Hubble ha investito in quattro aziende cinesi che producono materiali per i chip in carburo di silicio, che rappresentano il costo maggiore nella produzione.
Huawei e l’indipendenza software: il caso Harmony
Sempre come conseguenza delle sanzioni americane, Huawei ha dovuto sviluppare dei propri software, come Metaerp, un sistema di gestione, e Harmony, un sistema operativo in via di sviluppo dal 2012, pensato all'inizio per gli smartwatch e altri gadget. Il successo dei nuovi modelli Huawei ha portato gli sviluppatori a creare più app compatibili con Harmony, che alla fine è stato realizzato con codice Android open-source. La prossima versione di Harmony dovrebbe eliminare tutto il codice legato ad Android, causando l’impossibilità di utilizzo delle sue app sui telefoni Huawei, ma sancendo l’inizio della totale autonomia dell’azienda cinese dall’Occidente.
Fonte: Agenda Digitale