Russia e Cina si contendono i cavi sottomarini - Cybersecurity360

Cavi sottomarini: il nuovo obiettivo mondiale

Gli svariati avvenimenti legati ai cavi sottomarini hanno alzato il livello di attenzione in Occidente, a partire dal capire se si tratta di incidenti o veri e propri casi di sabotaggio. Pensiamo, ad esempio, al gasdotto Balticonnector e al cavo vicino al Golfo di Finlandia nell’ottobre 2023: si era partiti dal sospetto di un sabotaggio della Newnew Polar Bear, nave portacontainer cinese, mentre nove mesi dopo le autorità finlandesi hanno dichiarato che si è trattato di un incidente.

A rischio non solo i cavi europei

La stessa NATO ha evidenziato un sempre maggiore coinvolgimento nel settore della Russia, in particolare della GUGI, l’unità segreta che opera con sottomarini e droni navali. A questo si aggiunge un report di Policy Exchange, think-tank di Londra, che sottotlinea come dal 2021 nella regione euro-atlantica ci sono stati otto incidenti di tagli di cavi “non attribuiti ma sospetti” e più di 70 avvistamenti di navi russe vicino alle infrastrutture critiche marittime che si comportavano in maniera anomala. Sempre nel documento, l’intelligence norvegese sostiene che la Russia ha mappato per anni le infrastrutture critiche del petrolio e del gas del Paese e continua ancora adesso, sia fisicamente che nel dominio digitale.

Questa minaccia, però, si è stagliata anche fuori dall'Europa: lo scorso febbraio sono stati colpiti tre cavi sottomarini nel Mar Rosso, provocando l'interruzione della connessione Internet in tutta l’Africa per più di tre mesi. Probabilmente il danneggiamento è stato causato da un attacco missilistico alla Rubymar, una nave per la produzione di fertilizzanti, da parte degli Houthi. Poco dopo, sempre in Africa c'è stata un’interruzione simile causata danneggiamento di un sistema di cavi al largo della Costa d’Avorio, probabilmente dovuto all’attività sismica sul fondale marino.

Alla minaccia russa si aggiunge quella della Cina, destando preoccupazione soprattutto in America. Infatti, nel conflitto con Taiwan la Cina potrebbe facilmente isolarla dal resto del mondo colpendo i cavi sottomarini. 

Cosa succede in caso di taglio dei cavi

Bisogna partire dal presupposto che la riparazione di queste infrastrutture è molto complicata e può durare mesi. Per questo motivo il Pentagono già nel 2021 ha previsto una Flotta di sicurezza via cavo in cui gli operatori di navi via cavo americane ricevono uno stipendio annuale di 5 milioni di dollari in cambio di un preavviso di 24 ore in caso di crisi e della disponibilità a prestare servizio in tempo di guerra.

Lo spionaggio “sottomarino”

Un altro fattore da considerare è lo spionaggio sottomarino, di cui gli Americani e i loro alleati sono esperti, tanto che già negli Anni 70 hanno condotto diverse operazioni di spionaggio per intercettare i cavi militari sovietici utilizzando sottomarini appositi. Per prevenire lo spionaggio cinese nel 2020 gli USA hanno escluso HMN in un cavo da 600 milioni di dollari proposto da Singapore alla Francia, passando per l’India e il Mar Rosso, noto come SeaMeWe-6, offrendo sovvenzioni a società concorrenti e minacciando sanzioni a HMN. Hanno fatto lo stesso i Paesi alleati americani, come l'Australia  che nel 2017 ha contrastato la volontà della Cina di collegarla alle Isole Salomone nel Pacifico Meridionale, coinvolgendo l’azienda finlandese Nokia in un progetto alternativo.

Fonte: Cybersecurity360